Prestito senza busta paga e senza garante: come ottenerlo?

Molte persone si chiedono se sia in qualche modo possibile ottenere un prestito senza busta paga e senza garante. Questo dubbio nasce dal fatto che prima di erogare un finanziamento gli istituti di credito si vogliono assicurare della capacità di rimborso del potenziale cliente, chiedendo che insieme alla richiesta di prestito venga presentato, unitamente alla carta di identità e al codice fiscale, un documento di reddito.

Se la persona che richiede il prestito non ha un reddito dimostrabile farà molta fatica ad ottenere il finanziamento se non riesce a dimostrare di avere delle solide garanzie alternative o non trova una persona disposta a fare da garante. Il discorso quindi si chiude qui? Non esattamente! Il prestito senza busta paga e senza garante non è facile da conquistare, ma esiste: vediamo come ottenerlo.

Garanzie alternative per ottenere un prestito senza busta paga e senza garante

Chi vuole ottenere un finanziamento e non ha una busta paga che possa dimostrare la presenza di un reddito può incontrare non poche difficoltà, però non tutto è perduto. Tenendo sempre a mente che l’ultima parola spetta alla banca o alla finanziaria (gli istituti valutano ogni richiesta caso per caso), la strada che dà più chance di ottenere un prestito senza busta paga è quella che prevede la presenza di un garante. Stiamo parlando di una persona che si impegna nei confronti della banca a versare le rate di rimborso del finanziamento nel caso in cui il debitore principale (ovvero la persona che ha richiesto il prestito) non rispetti il suo adempimento. Naturalmente gli istituti di credito possono accettare come garante solo ed esclusivamente le persone che danno ampie garanzie sul piano della solidità economica e della affidabilità finanziaria e per accertarsene richiedono la presenza di precisi requisiti: la persona proposta come garante deve percepire un buon buon reddito, deve avere un’età compresa tra i 18 e i 70 o 75 anni, non deve risultare segnalato come cattivo pagatore o come protestato e deve avere  un patrimonio adeguato; se il “candidato garante” ha altri finanziamenti in corso l’istituto valuterà se questi possono in qualche modo incidere negativamente sulla sua capacità di far fronte a questo nuovo impegno.

Nella maggior parte dei casi la persona che si impegna a pagare le rate di rimborso di un debito altrui è un parente o comunque una persona molto vicina al debitore principale: gli esempi più classici sono il marito che fa da garante per la moglie e viceversa oppure il genitore che si impegna per un prestito a favore del figlio. In realtà non è affatto necessario che tra i due ci sia un qualche tipo di rimborso: per quanto riguarda la banca possono essere anche due persone che non si conoscono affatto, l’importante è che il debito venga ripagato. Ma non è facile per tutti trovare una persona che sia disposta (o che sia economicamente in grado) ad assumere un impegno del genere: è comunque possibile ottenere un prestito senza busta paga e senza garante attraverso il classico canale rappresentato dalle banche e dalle finanziarie, anche se le possibilità di successo scendono notevolmente.

Se l’entità del prestito è abbastanza limitata (e quando si parla di prestiti senza busta paga e senza garante tramite i canali tradizionali è per forza così) va scartata l’idea di presentare come garanzia alternativa un’ipoteca su un immobile di proprietà: di fatto si tratterebbe di un’ipoteca parziale e in caso di mancato rimborso per la banca sarebbe particolarmente dispendioso e complicato rientrare in possesso delle somme erogate. Ha qualche chance in più chi non percepisce un reddito, ma può contare ogni mese su un’entrata regolare: pensiamo ad esempio a chi percepisce l’affitto per una casa data in locazione oppure a chi ha fatto un buon investimento e ha una rendita sicura oppure ancora a chi riceve ogni mese l’assegno di mantenimento dall’ex coniuge. E poi dobbiamo fare una precisazione importante: anche se si parla in termini generici di prestiti senza busta paga, in realtà si parla di prestiti senza documenti di reddito; la busta paga è il documento che viene rilasciato dal datore di lavoro ai suoi dipendenti nel momento in cui gli paga lo stipendio e riepiloga una serie di informazioni sul rapporto di lavoro e sulla composizione della retribuzione, ma le banche e le finanziarie fanno rientrare nella definizione di documento di reddito anche il cedolino della pensione e il modello Unico. Questo significa che lavoratori dipendenti, pensionati e liberi professionisti possono richiedere un normale prestito personale, mentre per le altre categorie (dai disoccupati alle casalinghe passando per i giovani, i lavoratori irregolari, i lavoratori atipici, gli studenti e così via) l’ottenimento di un finanziamento può diventare un’impresa davvero ardua soprattutto se non si trova una persona disposta a fare da garante e se non si hanno delle garanzie alternative accettabili da proporre.

Prestito cambializzato senza busta paga e senza garante

Per ottenere un prestito senza busta paga e senza garante si potrebbe anche rispolverare uno strumento molto utilizzato in passato che negli ultimi anni (complici la crisi e i tanti cambiamenti che hanno coinvolto il mondo del lavoro) è tornato di moda: le cambiali. Il prestito cambializzato rientra tra i prestiti personali (quindi non finalizzati), ma si distingue dagli altri perché il suo rimborso avviene tramite il pagamento di cambiali; queste vengono emesse come pagherò (promessa di pagamento) o come tratta (ordine di pagamento).

Le cambiali, se sono correttamente compilate e se sono in regola con il bollo, sono dei titoli esecutivi: questo significa che in caso di mancato pagamento il creditore può richiedere il protesto e procedere con il pignoramento dei beni del debitore (con conseguente vendita coatta) senza dover attendere l’intervento del tribunale. In linea teorica tutti possono accedere a questa forma di finanziamento (anche i cattivi pagatori), ma considerando gli aspetti negativi (costi elevati, interessi più alti, pericolo di perdere i propri beni) questa soluzione andrebbe valutata solo come ultima spiaggia. Inoltre i più importanti istituti di credito ufficialmente non trattano questo tipo di prodotto, offerto da finanziarie attive soprattutto a livello locale.

Prestiti personali senza busta paga e senza garante

Si può ottenere un prestito senza busta paga e senza garante anche ricorrendo al prestito personale: al giorno d’oggi esistono delle piattaforme online autorizzate che fungono da punto di incontro tra chi ha bisogno di soldi e chi è disposto a prestarli (una sorta di investimento retribuito dagli interessi), ma sono comunque necessarie delle garanzie.

Si possono chiedere soldi ad amici e parenti, magari riuscendo a strappare delle condizioni particolarmente favorevoli, ma qui si torno un po’ al discorso fatto prima: non tutti possono trovare una persona che vuole o che può prestare dei soldi e rivolgersi ad estranei può rivelarsi una scelta pericolosa.

Credito su pegno senza busta paga né garante

Un’altra opzione è rappresentata dal credito su pegno: si consegna un bene in pegno e si riceve una somma di denaro che dovrà essere restituita entro la scadenza pattuita per recuperare l’oggetto, altrimenti questo potrà essere venduto dal credito che così potrà rientrare in possesso dei soldi prestati; anche in questo caso parliamo di un prestito che si può ottenere senza busta paga e senza garante, però gli interessi sono elevati, le scadenze decisamente brevi (non sii può andare oltre un anno) e gli importi contenuti (senza dimenticare che la somma che si riceve è decisamente inferiore rispetto al valore del bene dato in pegno).

Prestito vitalizio ipotecario senza busta paga e senza garante

In tema di prestiti senza busta paga e senza garante è necessario aprire una piccola ma importante parentesi per parlare del prestito vitalizio ipotecario. Si tratta di un finanziamento molto in voga in passato, ma che in Italia ha riscoperto popolarità solo negli ultimi anni, quando sono state introdotte delle novità a livello normativo. Il prestito vitalizio ipotecario è riservato alle persone che hanno più di 60 anni che sono proprietari della loro abitazione: l’ipoteca sull’immobile rappresenta la garanzia grazie alla quale è possibile ottenere una somma di denaro, che può essere anche rilevante; l’importo erogato dipende da due fattori, ovvero l’età del richiedente e il valore della casa (stabilito da una perizia effettuata da un perito sterno alla banca a cui ci si è rivolti) e va da un minimo del 15% del valore dell’immobile per chi ha 60 anni per arrivare fino ad un massimo del 50% o addirittura 55% per chi ha circa 90 anni (in ogni caso la somma erogata non può essere superiore ai 350.000 euro). C’è chi paragona questo finanziamento alla formula della nuda proprietà, ma con il prestito vitalizio ipotecario non si perde la proprietà del bene: solo al momento del suo decesso gli eredi potranno decidere se riscattare l’immobile oppure se lasciarlo alla banca, che si occuperà della vendita e verserà agli eredi la differenza tra la somma incassata e l’importo da rimborsare (c’è anche una terza opzione: in accordo con la banca possono occuparsi della vendita gli eredi stessi: per beneficiare gli eredi la legge prevede che l’importo residuo del debito non possa essere superiore al prezzo a cui viene venduta la casa; ci sono 12 mesi di tempo per completare la compravendita dell’immobile e saldare il debito).

Il beneficiario può decidere se restituire nel corso del tempo le spese e gli interessi (quindi alla scadenza gli eredi dovranno versare alla banca solo il capitale) oppure se non pagare nulla (e in questo modo alla scadenza gli eredi dovranno rimborsare in un’unica soluzione capitale, interessi e spese). Questa particolare modalità di rimborso e l’assenza di una precisa scadenza (la sua durata è legata alla durata della vita del beneficiario) è la caratteristica più marcata che distingue il prestito vitalizio ipotecario da altri tipi di finanziamento. Potrebbe sembrare un’opzione particolarmente conveniente per chi è alla ricerca di un prestito senza busta paga e senza garante, ha già compiuto 60 anni ed è proprietario della casa in cui vive, ma se si scava a fondo si scopre che non è tutto rose e fiori, infatti emergono diverse criticità. La prima è legata all’importo erogabile: i più “giovani” possono ottenere somme limitate, ma anche quelli più in là con gli anni difficilmente riescono ad ottenere un importo che vada oltre la metà del valore della casa.

Il secondo aspetto negativo riguarda il costo del finanziamento: le norme relative al prestito vitalizio ipotecario contengono una sorte di deroga all’anatocismo; questo significa che bisogna stare molto attenti quando si firma il contratto perché le banche di fatto sono autorizzate ad applicare la capitalizzazione annuale degli interessi; se il beneficiario non opta per il rimborso periodico, alla scadenza il debito che gli eredi dovranno saldare potrebbe essere cresciuto così tanto da rendere molto difficile il riscatto dell’immobile. Non è un concetto semplicissimo da capire, ma forse con un esempio tutto sembrerà più chiaro: una persona di 65 anni il cui immobile ha un valore di 500.000 euro ottiene un prestito di 90.000 euro (pari al 18% del valore della casa) con un TAN del 5,5%; per il primo anno gli interessi saranno pari a 4.950, ma per il secondo anno saranno pari  a 5.225,25 (perché calcolati non più su 90.000 euro ma su 94.950 euro perché gli interessi del primo anno sono stati capitalizzati), per il terzo ammonteranno a 5.509, 64 euro (calcolati si 100.175,25 euro) e così via. Se il beneficiario non ha optato per il rimborso graduale degli interessi gli eredi si ritroveranno a pagare un importo decisamente elevato rispetto al capitale erogato inizialmente dall’istituto di credito.

Un altro aspetto non molto positivo è rappresentato dai diversi vincoli imposti dalla legge: è ovvio che l’immobile non può essere venduto prima dell’estinzione del debito, ma il beneficiario deve garantire un buono stato di conservazione (affrontando quindi anche delle spese per la manutenzione straordinaria, se necessaria) e non può affittare o ristrutturare la casa. Inoltre, come abbiamo visto, gli eredi hanno solo dodici mesi di tempo per restituire i soldi alla banca (e spesso si tratta di parecchi soldi), altrimenti sarà la banca ad occuparsi della vendita, con il prezzo che calerà finché non si troverà un acquirente (e con l’eventuale differenza che andrebbe restituita agli eredi che si riduce sempre di più). Insomma, quando si parla di prestiti senza busta paga e senza garante bisogna sempre valutare con attenzione tutti gli aspetti e mettere sulla bilancia i pro e i contro che un’operazione del genere comporta.

Prestiti a fondo perduto e finanziamenti agevolati senza busta paga e senza garante

Chi è alla ricerca di un finanziamento per dare vita ad una nuova attività ha delle opportunità in più rappresentate dai contributi a fondo perduto e dalle altre agevolazioni erogate grazie ai fondi europei. Queste risorse vengono gestite a livello nazionale (tramite l’agenzia Invitalia) e a livello locale (tramite le Regioni). Diamo un’occhiata ai finanziamenti più interessanti

Nuove imprese a tasso zero

Si tratta di una misura per sostenere la nascita e la crescita di micro e piccole imprese che sono composte in prevalenza da donne oppure da giovani di età tra i 18 e i 35 anni. Chi ha intenzione di avviare un’attività nei settori della produzione di beni, della fornitura di servizi, del commercio di beni e servizi e del turismo può ottenere finanziamenti agevolati che coprono fino al 75% delle spese ammissibili (per un importo massimo di 1,5 milioni di euro). Il piano di rimborso parte solo quando si conclude il piano di investimenti (operazione da chiudere entro 24 mesi dalla firma del contratto), prevede il pagamento di rate semestrali posticipate e può durare fino ad otto anni.

Resto al Sud

In questo caso parliamo di un inventivo riservato agli under 46 che desiderano avviare un’attività imprenditoriale (sono escluse le attività agricole e il commercio) nelle regioni del Mezzogiorno, ovvero Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise, Abruzzo e Sardegna. Per poter beneficiare del contributo i richiedenti non devono avere un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per ‘intera durata del finanziamento e non devono essere titolari di altre imprese in esercizio. Il finanziamento copre il totale delle spese ammissibili ed è composto da un contributo a fondo perduto per il 35% dell’importo complessivo e da un finanziamento bancario garantito dal Fondo di garanzia delle PMI (con interessi coperti da un contributo in conto interessi) per il restante 65%.

Smart&Start Italia

È un’iniziativa valida su tutto il territorio italiano che ha come obiettivo la nascita e lo sviluppo di startup innovative che operano nell’economia digitale, che riescono a valorizzare i risultati della ricerca e che sono caratterizzate da un importante contenuto tecnologico. Si possono ottenere mutui a tasso zero per importi fino al 70% delle spese ammissibili (il mutuo può arrivare fino all’80% delle spese ammissibili se la startup è composta esclusivamente da giovani fino ai 35 anni o da donne oppure se al loro interno c’è un dottore di ricerca italiano che opera all’estero e desidera ritornare in Italia); per le startup che hanno la sede nelle regioni del Sud è previsto anche un contributo a fondo perduto di importo pari al 20% del mutuo.

SELFIEmplyment

Non è difficile ottener un prestito senza busta paga e senza garante per avviare una propria attività, soprattutto se si è giovani. Per dare una spinta all’imprenditoria giovanile è stata creata questa agevolazione, concessa ai ragazzi di età compresa tra i 18 e i 29 anni che sono iscritti al programma Garanzia Giovani e che sono inseribili nella categoria dei NEET (ovvero non lavorano e non sono impegnati in un percorso di studio o di formazione). Può essere finanziata praticamente qualsiasi attività di produzione di beni, di fornitura di servizi e di commercio (sono espressamente esclusi i settori dell’acquacoltura, della pesca e della produzione primaria in agricoltura): con il microcredito si possono ottenere importi tra i 5.000 e i 25.000 euro, con il microcredito esteso si possono ottenere fino a 35.000 euro e con i piccoli prestiti si possono ottenere fino a 50.000 euro; in ogni modo si tratta di finanziamenti senza interessi ottenibili senza garanzia, rimborsabili in sette anni a partire dal settimo mese successivo alla concessione del prestito; chi viene ammesso deve realizzare il programma di investimenti entro 18 mesi.

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